Elio Loffredo

"Pittore in Porto S. Stefano  - Monte Argentario"

 

Articoli di vita di mare

Articolo del 12/07/2008 Corriere di Maremma.

 

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MONTE ARGENTARIO - Elio Loffredo ci racconta i suoi palii. Il pretesto per incontrarlo è quello di vedere in anteprima il palio che ha dipinto per la sessantasettesima edizione della regata di Porto Santo Stefano, ma l'occasione che si presenta, poter conoscere la storia della manifestazione da chi l'ha vissuta in prima persona, è certamente ghiotta. Il Palio nasce nel 1937, sei anni prima era nato in via del Molo Elio Loffredo, la memoria storica della gara. "Ho fatto 23 palii -racconta - 4 con il remo in mano e 19 con il pennello. E devo dire che il pennello è più duro del remo". Da quando dipinge per il Palio?

Dal 1990. In quell'anno Modesti, che dipingeva lo stendardo dal 1983, si ammalò e non trovarono nessuno per sostituirlo, così chiamarono me, ancora imbarcato, che feci 3 nottate per portare a termine il lavoro.

E la sua passione artistica? Quando ero piccolo disegnavo con il gesso soldati riempiendo tutta via del Molo. Il nostro maestro

non ci faceva mai disegnare a scuola e ho capito solo in seguito il perché. Il regime prevedeva che disegnassimo cose fasciste e lui, da convinto antifascista, non ce lo permetteva.

Come sceglie il soggetto dei suoi palii?

Spesso mi vengono dati dall'ente, altre volte li propongo io. Questo ad esempio è per il cinquantenario

della scuola Enem, il primo dove compare l'Assunta(...)In questo per il sessantenario dai bombardamenti questo volto di donna è un omaggio a Pablo Picasso che per primo dipinse gli orrori di queste guerre nel suo Guernica. E' per non dimenticare. Il tema per quest'edizione? E' la Beata Caterina, al secolo Caterina Sordini, nata a Porto Santo Stefano nel 1770. Questo è il palazzo in cui è nata, in via del Molo, lo stesso in cui sono cresciuto io, questa la barca del padre, alla quale lei volta le spalle perché decide di rinunciare al benessere. E per i prossimi? Mia moglie mi sgrida, dice che devo smetterla, però quando poi mi vede fare un cerchio senza compasso o una riga drittissima alla mia età mi dice che è giusto che io continui a dipingere. Hanno deciso di imbarcare me in questa impresa e finché non mi sbarcano io continuerò a farlo. Non ho potuto più fare i palii sul guzzo per la disgrazia della morte di mio fratello, la mia rivincita è di fare questi.

Parliamo del Palio. Cosa rappresenta per lei?

Sul guzzo con i colori della Marella ho disputato 4 palii e ne ho vinti 3,1952,1957 e 1959. Il più bello? Sicuramente l'ultimo, nel 1959. A bordo ero con i miei fratelli Carlo e Giuseppe e fu l'anno della nostra rivincita poiché il precedente l'aveva vinto il Valle, con la cellulosa, anche perché il nostro equipaggio era stata diviso a causa degli altri rioni che misero "zizzania". Nessuno credeva che saremmo riusciti a creare un gruppo veramente competitivo, invece alla fine vincemmo, anche se ci fu una sostituzione in corsa. Rischiammo addirittura di essere quattro fratelli a bordo. Abbiamo vinto non perché fossimo in assoluto i più forti, ma per il serio allenamento, per il nostro stile di voga e per la volontà di dimostrare che ce l'avremmo fatta. Oggi qualcuno mi dice che sono fissato, ila mia età, quando ad agosto chiedo come vanno i ragazzi. Ma il Palio è la nostra storia, non possiamo non appassionarcene.

Claudia Pollio

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